Facebook ha vietato la vendita di armi sul suo social network e su Instagram per contrastare le vendite senza licenza. Il divieto si applica solo alle transazioni private da persona a persona, mentre rivenditori di armi autorizzati e club di armieri posso mantenere le pagine di Facebook e postare su Instagram. La decisione del social network di Mark Zuckerberg è arrivata dopo la pressione delle autorità federali Usa per contrastare l‘illegalità.
Il divieto non riguarda i rivenditori ufficiali nel cui caso sono tracciate tutte le transazioni. Ma solo vendite tra privati in cui ci possono essere situazioni di illegalità.
Negli ultimi due anni un numero sempre maggiore di persone ha usato Facebook per scoprire nuovi prodotti e per vendere o acquistare prodotti privatamente – afferma Monika Bickert, responsabile della politica prodotti – Quest’annuncio è un altro passo positivo verso il nostro obiettivo comune di fermare le vendite on-line illegali di pistole una volta per tutte.
Il social network di Mark Zuckerberg, che già vieta la vendita di marijuana, farmaci e altre droghe, ha adottato questa politica perché, anche se non direttamente coinvolto nella vendita di armi, viene usato come forum per la negoziazione tra acquirente e compratore senza che ci siano controlli.
Facebook, che ha 1,6 miliardi di visitatori mensili, è infatti diventato uno dei più grandi mercati del mondo per la compravendita di armi anche grazie allo sviluppo di una sezione e-commerce che facilita le transazioni di molte merci.
Ma, specie dopo le recenti stragi (la più recente è stato l’attentato terroristtico di San Bernardino, in Oregon, in cui hanno perso la vita 14 persone mentre 22 sono rimaste ferite), Facebook è stata oggetto di una forte pressione da parte dell’amministrazione e dei procuratori generali degli stati americani per fermare il flusso di post su Facebook e di messaggi su Instagram per la vendita di armi, in molti casi senza controlli sul background.Le autorità federali hanno espresso preoccupazioni che Internet alimenti la vendita di armi a criminali.
Fonte nytimes.com
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