Come in Friuli, giusto 40 anni fa, quando dopo un terremoto del nono grado della scala Mercalli l’intervento dell’Esercito fu immediato e di massa e la forza armata si trovò a fronteggiare un’emergenza di enorme proporzione. Ma anche proprio come dopo i terremoti dell’Aquila nel 2009 e dell’Emilia nel 2012. L’intervento dei militari sui luoghi duramente colpiti dal sisma che ha colpito l’Italia centrale provocando, secondo gli ultimi dai aggiornati, purtroppo 267 morti, è stato immediato. Nelle foto dello Stato maggiore della Difesa, il lavoro initerrotto dei militari che con carabinieri, alpini, vigili del fuoco,croce rossa, uomini della protezione civile scavano a mani nude tra le macerie nei luoghi più colpiti dal sisma a cominciare da Amatrice, in provincia di Rieti.
Ad oggi sono 500 i soldati impegnati sui luoghi del terremoto. Ieri di supporto alle operazioni post terremoto, al 6° Reggimento Genio si è unito anche il personale del Reggimento Granatieri e del Reggimento Lancieri di Montebello, proveniente da Roma.
Subito dopo il terremoto che ha colpito l’Italia centrale nella notte del 24 agosto, i militari sono accorsi in aiuto della popolazione nelle zone più colpite, a cominciare da Amatrice, in provincia di Rieti: dapprima sono giunti sul posto il personale della Scuola Interforze per la difesa NBC di Rieti per la prossimità ai luoghi del sisma, e il 235° reggimento addestramento volontari Piceno di Ascoli. Quindi i Carabinieri delle stazioni locali, i Reparti prossimi alle zone colpite dal sisma, Poi, non appena richiesto dalla Protezione Civile, gli assetti speciali del 6° reggimento genio pionieri con mezzi movimento terra, torri di illuminazione e camion pesanti indispensabili nelle prime fasi dell’emergenza.
Sono stati, inoltre, allertati reparti e specialistici che potrebbero servire successivamente, dalla logistica per gli sfollati all’evacuazione medica. Tra queste capacità è stata resa disponile la banca del Sangue del Policlinico del celio, cucine da campo. Le Forze Armate hanno reso disponibili oltre duecento posti letto nelle caserme di Ascoli Piceno e Rieti per gli sfollati che non possono tornare nelle loro case per essere al servizio del cittadino.
Ieri ai già 300 uomini della Difesa operanti sul terreno, si sono aggiunti 200 uomini, alpini del 9° reggimento di stanza all’Aquila, Lancieri di Montebello e Granatieri di Sardegna arrivando a una presenza complessiva dell’Esercito di circa 500 unità.
Oltre 100 i mezzi messi a disposizione per lavorare tra le macerie, fra cui escavatori, pale caricatrici, assetti per rimozione macerie, torri di illuminazione.
Da ieri nella zona colpita dal sisma, anche oltre 300 carabinieri che si vanno ad affiancare ai colleghi che prestano servizio nelle stazioni locali. Lavorando di concerto con le Prefetture e la Protezione Civile, la Difesa con i suoi uomini fa squadra a supporto della popolazione.
Secondo gli ultimi dati dell’agenzia Ansa fino a ieri sono state 238 le persone estratte vive dalle macerie: ai 215 salvati dai Vigili del Fuoco, si devono infatti aggiungere 23 tratti in salvo dal Soccorso Alpino.
Tra le macerie, soldati e soldatesse intervengono a mani nude per agire il più delicatamente possibile nel caso vi siano vite da salvare rimaste sepolte dai detriti.
Anche l’Aeronautica Militare è stata da subito impegnata sul fronte con elicotteri per effettuare trasporti e ricognizioni dell’area e con una torre di controllo mobile da schierare presso l’aeroporto di Rieti da dove coordinare l’intenso traffico aereo su tutta la zona.
Fonte e foto difesa.it