I possessori di armi che intendono fare delle prove fuori dalle aree autorizzate rischiano il ritiro della loro licenza. A sentenziarlo il Tar della Lombardia, che ha rigettato il ricorso di un cacciatore, che aveva fatto proprio questo. Fermato dai Carabinieri, il cacciatore è stato sanzionato, ma ha deciso di fare ricorso. Ricorso giudicato inammissibile in quanto la legge prevede aree adeguate a questa pratica.
Il caso
Il caso è molto semplice, e per questo rigettato per inammissibilità. Un cacciatore lombardo, della provincia di Sondrio, ha esploso dei colpi di prova in una struttura di sua proprietà, ma questo non è bastato a fermare la revoca della sua licenza. Non basta infatti essere in una proprietà privata per poter provare le armi. Questa deve essere adeguata ed autorizzata allo scopo.
Il reato contestato è stato quello di accensioni ed esplosioni pericolose. Questo è accaduto in una zona boschiva, vicino ad un abitato, e di fronte ad un immobile di proprietà dello stesso cacciatore, che aveva deciso di sparare tre colpi ad un barattolo.
I Carabinieri erano nei paraggi ed hanno potuto udire i colpi e rintracciare la provenienza. nell’immobile il cacciatore aveva ricavato un’apertura per piazzare il “bersaglio”, e oltre alla revoca della licenza, la Questura e la Prefettura hanno anche applicato successivamente il divieto di detenzione. La motivazione del Tar è semplice: l’affidabilità del cittadino vene valutata dalla sua decisione di utilizzare l’arma, anche se solo per prova.