Apparato Radio utilizzato dagli Incursori del COMSUBIN

COMSUBIN, equipaggiamento delle forze speciali della Marina Militare

Incursori del COMSUBIN in Missione in IraqGli Incursori del COMSUBIN sono il reparto speciale d’assalto della Marina Militare Italiana designato a compiere operazioni non convenzionali in ogni tipo di scenario, soprattutto marino, costiero o acquatico in genere, e pronti ad ogni situazione; per queste prerogative gli Incursori necessitano di un equipaggiamento speciale che si adatta volta per volta alle specifiche della missione.

In genere la divisa standard degli Incursori del COMSUBIN è la classica tuta operativa verde, come il basco simbolo del reparto; in missione però gli operatori utilizzano una tuta operativa mimetica con camouflage diverso a seconda dell’ambiente in cui dovranno operare.

Incursori del COMSUBIN della Marina Militare Italiana

COMSUBIN, la specializzazione per gli Incursori “Combat Ready”

Incursori del COMSUBIN durante una presa di terraDopo il duro corso di addestramento basico gli allievi che siano riusciti a superarlo con successo acquisiscono il brevetto da Incursore del COMSUBIN, le forze speciali della Marina Militare, ma il corso non abilita gli operatori come “Combat Ready”.

Il passo successivo al corso basico è il conseguimento del brevetto da paracadutista per lancio vincolato; il corso di paracadutismo si tiene, come per le altre forze speciali italiane, a Pisa presso il CAPAR, Centro Addestramento Paracadutismo, in collaborazione con il personale del IX Reggimento Incursori Col Moschin ed ha una durata di quattro settimane.

Cerimonia di consegna del basco verde agli Incursori del COMSUBIN

COMSUBIN, addestramento basico degli Incursori della Marina Militare

Incursori del COMSUBIN arrivanno dal mareFar parte del COMSUBIN e diventare un Incursore della Marina Militare Italiana richiede grande spirito di sacrificio, grande forza di volontà e particolari caratteristiche fisiche; tutto ciò viene richiesto fin dalla prima selezione e durante lo svolgimento del duro corso di addestramento.

Il corso per Incursori del COMSUBIN si svolge presso il Raggruppamento Subacquei e Incursori al Varignano nei pressi di La Spezia comprende una serie di test, di prove ed un programma di addestramento molto duro; alla fine del corso i candidati che lo avranno superato con successo diverranno Incursori della Marina Militare e potranno indossare il “basco verde“.

I Subacquei del COMSUBIN in missione antisabotaggio

COMSUBIN, organizzazione e compiti di Incursori e Subaquei della Marina Militare

Incursore del COMSUBIN armato di Beretta Cx4 StormAttualmente, grazie ad un particolare decreto dell’allora Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, ci sono vari corpi speciali tra cui gli arcinoti NOCS e GIS; precedentemente alla creazione di questi corpi speciali il compito della liberazione di ostaggi era assegnato al COMSUBIN, il reparto Incursori della Marina Militare Italiana che all’epoca era l’unica unità speciale italiana addestrata a tale scopo.

Il COMSUBIN, Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori della Marina Militare è costituito, come dice lo stesso acronimo da due gruppi operativi da combattimento e sabotaggio: gli Incursori e i Subacquei appunto, il GOI, Gruppo Operativo Incursori,  ed il GOS, Gruppo Operativo Subacqueo; a queste due unità principali si aggiungono i gruppi di addestramento e supporto  logistico come il Gruppo Navale Speciale, il Centro Studi, il Gruppo Scuole ed il Gruppo Logistico.

Incursore della Marina Militare

COMSUBIN, la nascita degli incursori della Marina Militare Italiana

COMSUBIN gli Incursori della Marina MilitareOgnuna delle Forze Armate italiane è dotata di almeno un reparto speciale che ha il compito di effettuare interventi non convenzionali in vari ambiti ed in teatri di guerra. Tra i più conosciuti, anche per le gesta eroiche compiute dai propri membri registrate poi nella storia,  c’è il COMSUBIN, Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare Italiana.

Questo reparto speciale della Marina viene denominato ufficialmente Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” ed hai compito specifico di effettuare missioni speciali di ogni tipo ed in ambienti prevalentemente costieri od acquatici in genere.

Frecce Tricolori sui Fori Imperiali a Roma in occasione della festa del 2 giugno

2 Giugno, la Festa della Repubblica

La pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori alla Festa della RepubblicaIl 2 giugno viene celebrata, con una festa ed una parata militare, la nascita della Repubblica Italiana. Questa data infatti viene considerata la data effettiva della nascita del nazione come la conosciamo oggi.

Tutti gli italiani infatti il 2 giugno del 1946 furono chiamati a votare per scegliere quale forma di governo dare al Paese dopo la caduta del fascismo; fu istituito quindi, a suffragio universale, un referendum con il quale gli italiani potevano esprimere la loro scelta tra monarchia e repubblica. Il risultato è ormai noto: gli italiani decisero che la loro Nazione doveva essere una Repubblica soppiantando così la monarchia che aveva regnato nel Paese per 85 anni; gli appartenenti alla famiglia regnante dei Savoia furono esiliati fino ai giorni nostri.

Il naviglio inglese della classe Canopus

Le unità navali della classe Canopus furono completate alla fine del periodo vittoriano e rappresentavano le tipiche navi da battaglia inglesi di quel periodo.

Le Canopus utilizzavano le nuove corazze Krupp con caldaie a tubi d’acqua ed erano contraddistinti da quattro cannoni da 305 mm su torre binata a prora e poppa insieme ad un armamento secondario da 152 mm in posizioni protette a casamatta lungo le due fiancate della nave.

La classe Akitsuki

Le unità navali della classe Akitsuki furono realizzati con l’obiettivo di proteggere il naviglio commerciale e possedevano particolari attitudini alla difesa contraerea anche se, poi, potevano disporre di un grande quantitativo di bombe di profondità per la lotta antisommergibili per via della nuova disposizione del fumaiolo.

In effetti, dalle informazioni diffuse dallo stato maggiore della marina nipponica, le unità della classe Akitsuki non furono dotati di un secondo fumaiolo perché la marina militare decise di utilizzare uno spazio maggiore per inserire armi contraerei supplementari.

La classe Matsu, il naviglio tuttofare

Si poteva definire il cacciatorpediniere tuttofare della marina imperiale giapponese, ecco che cosa contraddistingueva il naviglio inquadrato nella classe Matsu rispetto alle altre unità da guerra giapponesi.

In effetti, a causa degli esiti militari le navi da battaglia non venivano più prontamente rimpiazzate e per tentare di arginare le perdite lo stato maggiore giapponese mise a punto una serie di navi meno impegnative da un punto di vista bellico per utilizzarli nella scorta ai navigli commerciali.

Queste unità navali furono realizzate con minori tempi di produzione per via delle esigenze belliche e, malgrado una potenza motrice di un terzo inferiore ai cacciatorpediniere di squadra, erano in grado di raggiungere una velocità di quasi 28 nodi.

Le unità della classe Matsu potevano assicurare un dislocamento di 1260 tonnellate con la capacità di raggiungere i 1530 a pieno carico. La velocità era garantita da un sistema di propulsione basato su due gruppi di turbine  a vapore a ingranaggi sue due assi in grado di esprimere una potenza di 19000 hp.

Ootori, da gregario a capoclasse

La classe Ootori, o anche denominata Ōtori, nasceva nel 1934 per un incidente marittimo che coinvolse l’allora capoclasse Tomodzura; in effetti, la Tomodzura si capovolse durante alcune prove in mare per il peso eccessivo degli armamenti dell’unità navale.

In base ai trattati internazionali che dovette stipulare il Giappone, in primis il trattato navale di Londra, alla marina militare giapponese non venne più concesso di costruire unità navali di grande tonnellaggio e, per questa ragione, il Giappone, così come alle altre potenza militari, fece ogni sforzo per approntare unità navali con la maggior concentrazione di armi e apparecchiature su scafi di dimensioni e tonnellaggio ridotti allo scopo di cercare, in un certo senso, di eludere il trattato.