Il fucile controcarro sovietico, il PTRS-41 e PTRD-41

L’Unione Sovietica, nel corso della seconda guerra mondiale, approntò diverse armi per tentare di scalfire l’invulnerabilità dell’esercito nazista che utilizzava potenti carri armati e che mettevano in pratica il mito della guerra lampo, o BlitzKrieg.

I tecnici dell’Unione Sovietica misero a punto due varianti del fucile controcarro, ovvero il modello PTRS-41 e PTRD-41.

Il modello più fortunato, e interessante da un punto di vista tecnico, è stato il PTRS-41, costruito per l’appunto nel ’41, e rappresenta l’evoluzione del modello precedente e si basa su un funzionamento semiautomatico su calibro 14.5 x 114 mm, più potente rispetto al modello 12.7 x 108 mm.

Hello Boys, il fucile anticarro

Il fucile anticarro è un’idea che viene da lontano; in effetti, è dalla prima guerra mondiale che si utilizzano sistemi controcarro di questo tipo finalizzate per arrestare l’avanzata dei primi mezzi corazzati e unità meccanizzate, anche se non sono per nulla paragonabili con i sistemi corazzati moderni.

Il fucile anticarro era un’arma potente che poteva fermare un elefante in corsa e capace di arrestare con la sua potenza distruttiva le corazze leggere dei primi carri armati. Dalla seconda guerra mondiale e con la graduale sostituzione delle originarie corazze con sistemi più efficaci e con l’introduzione delle armi controcarri della fanteria, quali bazooka o Panzerfaust, i fucili anticarro persero il loro potenziale distruttivo.

Esistono diversi fucili controcarri e ognuno può vantare un servizio eccellente e, tra questi, non possiamo non ricordare il modello Boys, Mk 1, con un calibro da 13,97 mm in grado di perforare fino a 21 mm di acciaio da 302 metri di distanza con una velocità iniziale di 991 m/s.

Il Racketenwerfer della Germania nazista

Il Racketenwerfer, o Puppchen, nasceva da un’idea pratica: le armi dell’artiglieria, anche se utilizzavano la carica cava, non erano un mezzo pratico ed efficace per contrastare l’avanzata dei carri armati, o di qualsiasi altro mezzo pesante, e da questa considerazione i tecnici della Wehrmacht scelsero, come arma alternativa, il razzo.

In effetti, il Racketenwerfer giungeva in un periodo storico importante: da una parte i mezzi corazzati venivano dotati di sistemi di protezione, corazze, sempre più spesse e, dall’altra, era necessario sostituire i fucili controcarri che ormai non erano più pratici.

Per questa ragione l’esercito tedesco preferì modificare la tecnologia realizzando soluzioni di tipo tecnico di estremo interesse, ad esempio possiamo, senza dubbio, ricordare il Panzerfaust: un’arma ideale a corto raggio. Successivamente mutò lo scenario: occorreva disporre di un’arma non più a corto raggio, ma soprattutto era indispensabile utilizzare uno strumento con un alto grado di affidabilità, in effetti a volte il Panzerfaust si inceppava, e, soprattutto, occorreva disporre di un’arma ricaricabile.

Panzerwurfmine, l’arma controcarro con le alette

La Panzerwurfmine è stata realizzata dalle industrie belliche tedesche per offrire alle truppe di fanteria, o meglio alle speciali squadre di cacciatori di carri, una granata lanciabile fuori dal tiro nemico con alcune caratteristiche di tipo tecnico di sicuro interesse; in effetti, la Panzerwurfmine era una potente arma di facile trasportabilità, impiego e, grazie alla presenza di una testata a carica cava, poteva garantire risultati, da un punto di vista militare, veramente soddisfacenti.

La testata a carica cava, proprio per la sua forma tipica, è sempre stata efficace contro i carri armati perché concentra al massimo la potenza dell‘esplosione sulla corazza del carro.

L’esercito tedesco, allo scopo di ottenere le più solide garanzie di perforazione della corazza, mise a punto un sistema di guida e di deflagrazione.

Panzerfaust, o il pugno di Hitler

Il Panzerfaust rientra nella categoria delle armi controcarri in dotazione alla fanteria.

Il pugno di Hitler, Panzerfaust o Faustpatrone, era un piccolo ed individuale lanciarazzi monouso anticarro tedesco impegnato fin dall’inizio della seconda guerra mondiale.

L’accensione della carica di lancio avveniva con lo stesso principio del Bazooka, ovvero mediante contatto elettrico.  Il Panzerfaust era costituito da un semplice tubo sul quale era innestata una granata controcarro a carica cava connessa a un codolo che si inseriva sul tubo stesso.

Questa particoalre arma controcarro era anche spesso denominato Faustpatrone, o cartuccia pugno, ma in seguito assunse la denominazione di Panzerfaust, pugno corazzato.