L’arma dei Carabinieri ha da poco pubblicato il bando per il concorso del 2013 per l’ammissione all’11mo corso annuale di 210 allievi marescialli del ruolo Ispettori dell’arma: la scadenza per l’invio delle domande di partecipazione è fissata al 9 febbraio 2013.
Carabinieri
Le uniformi dell’Arma dei Carabinieri
Le uniformi dell’Arma dei Carabinieri si distinguono in Ordinaria, di Rappresentanza, Grande Uniforme, Grande Uniforme Speciale, Operatica e da Cerimonia. Ogni uniforme ha i suoi tratti caratteristici ed i militari dell’Arma sono tenuti ad indossarla a seconda della situazione contingente o del grado.
L’uniforme Ordinaria è composta da una giacca nera ad un solo petto con quattro bottoni argentati sulla parte anteriore. La giacca è completata da quattro tasche (due nella versione femminile) e da due controspalline chiuse da bottoni argentati. I pantaloni sono anch’essi di colore nero, con bande rosse e quattro tasche.
A completare la divisa c’è una camicia bianca a due taschini, cravatta nera, scarpe nere, guanti in pelle nera e berretto rigido con il fregio dell’Arma sulla parte anteriore.In particolari situazioni (all’interno della caserma, ad esempio, la giacca può essere sostituita da un maglione a V o eliminata completamente, a patto che i gradi siano applicati sulla camicia.
Beretta BM 59, il FAL dell’Esercito Italiano
Il primo fucile d’assalto ufficialmente adottato dall’Esercito Italiano nel 1959 fu il Beretta BM 59 conosciuto anche come FAL (Fucile Automatico Leggero); solo nel 1961 però il fucile fu distribuito ai reparti.
In precedenza l’Esercito Italiano utilizzava il fucile americano Garand M1 calibro 30-06 (7,62 × 63 mm) come arma d’ordinanza e, dopo averne ottenuto la licenza, la Fabbrica d’Armi Beretta cominciò a produrlo autonomamente. Nonostante il Garand si fosse dimostrato uno dei migliori fucili da fanteria, dopo la fine del secondo conflitto mondiale la sempre più estesa diffusione di armi automatiche portatili ne evidenziò l’obsolescenza. Inoltre alla fine degli anni cinquanta la NATO stabilì, tra i requisiti necessari per i fucili adottati dai Paesi membri, un peso minore rispetto al Garand, possibilità di tiro a raffica e l’uniformità delle munizioni adottate, in particolare le cartucce calibro 7,62 × 51 mm NATO; con tali disposizioni si richiedeva implicitamente la modifica delle armi già utilizzate o, in alternativa, la progettazione di nuove armi.
MAB 38, Moschetto Automatico Beretta modello 1938
Già da prima della seconda guerra mondiale i fanti dell’esercito italiano avevano in dotazione un fucile d’assalto automatico: era il MAB 18. Successivamente il progetto, che aveva riscosso un discreto successo, fu ulteriormente sviluppato e la Beretta ideò il MAB 38, ovvero Moschetto Automatico Beretta Mod. 1938 (dall’anno di produzione 1938).
I primi ad essere equipaggiati con il MAB 38 furono gli appartenenti alla PAI (Polizia dell’Africa Italiana) tanto che il Ministero delle Colonie ne ordinò da subito un cospicuo numero di esemplari. Allo stesso tempo anche il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno decise di acquistarlo per la dotazione di quello che era il Regio Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza. Nonostante le autorità militari avessero omologato il MAB 38 per la dotazione del Regio Esercito, l’arma entrò in servizio solo nel dicembre 1941. In seguito anche la Regia Marina decise di armare il personale del Battaglione “NP” (Nuotatori Paracadutisti) con il MAB 38, e così fece anche la Regia Aeronautica con il proprio Battaglione “Adra” (Arditi Distruttori Regia Aeronautica).
Beretta PM12/S2, non invecchia mai
C’è un posto di controllo e vedete una pattuglia della Polizia di Stato o dell’Arma dei Carabinieri, il capopattuglia vi ferma con la paletta e notate l’altro agente che a distanza vi tiene sotto controllo indossando un giubbotto antiproiettile e impugnando un’arma particolare che somiglia a una grossa pistola ma non lo è; tutti la chiamano mitraglietta: è la pistola mitragliatrice Beretta PM12.
A cavallo tra i due conflitti mondiali la Beretta lavorò alla realizzazione del Moschetto Automatico Beretta, meglio conosciuto come MAB 38. Quest’arma ebbe molto successo durante e dopo la guerra ma negli anni cinquanta, basandosi sull’esperienze maturate con il MAB, la Beretta lavorò allo sviluppo di una nuova arma che avesse prestazioni migliori.