Gli uomini del Reggimento SanMarco equipaggiati con AR 70/90

Beretta AR 70/90, il fucile d’assalto italiano

Soldati Italiani in pattuglia armati con AR 70/90Come in tutti gli eserciti del mondo anche in Italia i militari sono dotati di un fucile d’assalto appositamente creato dall’azienda di casa e così la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta  ha ideato l’AR 70/90 (Assault Rifle 70/90).

Il fucile d’assalto AR 70/90, utilizza cartucce in calibro NATO 5,56 × 45 mm, la Beretta ne sviluppò il progetto nel 1968, in collaborazione con la casa svizzera SIG Sauer (l’odierna SAN – Swiss Arms), e la prima versione dell’arma apparve nel 1972 con la denominazione AR 70; all’epoca il nuovo fucile fu dato in dotazione alle Forze Speciali italiane come i NOCS della Polizia di Stato, il gli Incursori del COMSUBIN, i fanti del Battaglione San Marco (oggi Reggimento San Marco) e i VAM (Vigilanza Aeronautica Militare).

La Colt M1911A1 in dotazione all'FBI

Colt 1911A1, una pistola attraverso la storia

Pistola Colt 1911A1 dell'US ArmyVecchia antagonista della Beretta 92FS, quale pistola d’ordinanza per l’esercito americano, fu la pistola semi-automatica Colt M1911 Giambroy calibro 45 ACP. La Colt M1911 nacque dal progetto di John Browning e fu adottata dall’US Army dal 1911 al 1985; la pistola venne molto usata nei due conflitti mondiali e nelle guerre sui territori di Corea e Vietnam nelle versioni prodotte M1911 e M1911A1.

Agli inizi del 1900 l’Esercito degli Stati Uniti decise di sostituire gli ormai obsoleti revolver 38 e a tal fine testò alcuni modelli di pistole a canna rinculante tra cui il C96 della Mauser, la Steyr Mannlicher M1894 e la Colt M1900, ma le prove non diedero i risultati richiesti quindi l’attenzione fu indirizzata verso le pistole Luger. Il potere d’arresto del calibro 9 mm delle Luger però non venne considerato sufficiente pertanto la scelta cadde sul calibro 45.

Benelli, in futuro le armi ecologiche

Benelli armi ecosostenibiliGià da tempo alcune aziende produttrici di armi in tutto il mondo mostrano una particolare attenzione all’impatto ecologico del loro lavoro e a tal fine stanno rivisitando i loro processi di produzione in modo da utilizzare materiali a basso impatto ambientale. Tra i maggiori esponenti di questo nuovo modo di vedere le armi la casa italiana Benelli, tra le maggiori del settore e facente parte del gruppo Beretta, che già nel 2006 ha ricevuto la certificazione ISO I4001 per il sistema di gestione ambientale.

Allo Shot Show 2011 di Las Vegas la Benelli si è presentata con tre prototipi, creati sulla base del fucile semiautomatico Vinci, realizzati interamente con processi di fabbricazione e materiali quasi interamente ecosostenibili o comunque a bassissimo impatto ambientale.

Steven Segal visita lo Shot Show 2011 di Las vegas

Shot Show 2011, armi expo a Las Vegas

Logo di presentazione dello Shot Show 2011 a Las VegasSi è svolta nel mese di gennaio l’edizione per l’anno 2011, la trentatreesima, dello Shot Show uno dei più importanti expo al mondo in materia di armi, strumenti  ed accessori di ogni tipo per il settore; la manifestazione si è tenuta ancora una volta, come l’anno precedente, presso il Sands Expo & Convention Center di Las Vegas.

Soldato tedesco impugna una MG 3

MG 42, la mitragliatrice

Soldati tedeschi sparano con MG42 da postazione fissaL’avrete visto in migliaia di film di guerra…il soldato tedesco che da una postazione fissa, in genere un bunker, mitraglia ogni cosa che vede muoversi; sapete quel soldato con cosa sta sparando? Semplice spara con una mitragliatrice MG 42 (Maschinengewehr 42) calibro 7,92 mm.

La mitragliatrice MG 42 è stata in dotazione all’esercito tedesco dal 1942 alla fine della seconda guerra mondiale;  alla fine del 1943 è stata anche utilizzata dall’esercito della Repubblica Sociale. L’MG42 ancora oggi non ha eguali per semplicità d’uso, cadenza di fuoco e affidabilità.

Aviere in servizio di guardia imbraccia l'ltima versione del MAB 38/57

MAB 38, Moschetto Automatico Beretta modello 1938

Due esemplari di Beretta MAB38Già da prima della seconda guerra mondiale i fanti dell’esercito italiano avevano in dotazione un fucile d’assalto automatico: era il MAB 18. Successivamente il progetto, che aveva riscosso un discreto successo, fu ulteriormente sviluppato e la Beretta ideò il MAB 38, ovvero Moschetto Automatico Beretta Mod. 1938 (dall’anno di produzione 1938).

I primi ad essere equipaggiati con il MAB 38 furono gli appartenenti alla PAI (Polizia dell’Africa Italiana) tanto che il Ministero delle Colonie ne ordinò da subito un cospicuo numero di esemplari. Allo stesso tempo anche il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno decise di acquistarlo per la dotazione di quello che era il Regio Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza. Nonostante le autorità militari avessero omologato il MAB 38 per la dotazione del Regio Esercito, l’arma entrò in servizio solo nel dicembre 1941. In seguito anche la Regia Marina decise di armare il personale del Battaglione “NP” (Nuotatori Paracadutisti) con il MAB 38, e così fece anche la Regia Aeronautica con il proprio Battaglione “Adra” (Arditi Distruttori Regia Aeronautica).

Il Moschetto Automatico Beretta modello 18

MAB 18, Moschetto Automatico Beretta mod.18

Moschetto Automatico Beretta modello 18A cavallo tra i due conflitti mondiali tra Italia e Germania, furono sperimentati alcuni modelli di armi lunghe con funzione di tiro automatico (raffica) o selettivo (colpo singolo), che utilizzassero cartucce con calibro da pistola, i cosiddetti mitra. Tra tutte spiccavano, gia nel 1915, l’italiana Villar Perosa mod.15 calibro 9 Glisenti delle fabbriche FIAT, e la tedesca Bergmann MP 18 calibro 9 mm Luger. In Italia il grande successo della Villar Perosa mod.15 era soprattutto dovuto al grosso volume di fuoco sparato da un arma che poteva equipaggiare mezzi leggeri come biciclette, aerei o trasportate da fanti per essere utilizzate su treppiedi. La Beretta fu tanto colpita dal successo della Villar Perosa mod.15 da volerne prendere spunto al fine di creare un arma d’assalto individuale in versione automatica.

Un carabiniere imbraccia una PM12S2 durante un posto di controllo

Beretta PM12/S2, non invecchia mai

Beretta PM12/S2C’è un posto di controllo e vedete una pattuglia della Polizia di Stato o dell’Arma dei Carabinieri, il capopattuglia vi ferma con la paletta e notate l’altro agente che a distanza vi tiene sotto controllo indossando un giubbotto antiproiettile e impugnando un’arma particolare che somiglia a una grossa pistola ma non lo è; tutti la chiamano mitraglietta: è la pistola mitragliatrice Beretta PM12.

A cavallo tra i due conflitti mondiali la Beretta lavorò alla realizzazione del Moschetto Automatico Beretta, meglio conosciuto come MAB 38. Quest’arma ebbe molto successo durante e dopo la guerra ma negli anni cinquanta, basandosi sull’esperienze maturate con il MAB, la Beretta lavorò allo sviluppo di una nuova arma che avesse prestazioni migliori.

Beretta 92FS, l’evoluzione della perfezione

Martin Riggs e la Beretta 92FSLa vediamo ogni giorno… nella fondina di poliziotti e carabinieri o, spesso, in mano al divo di turno in qualche film d’azione: è la pistola Beretta 92FS. Quest’arma è l’ultimo stadio dell’evoluzione di una delle pistole più usate da eserciti e forze di polizia di tutto il mondo dal secondo conflitto mondiale.

L’idea di quest’arma nasce infatti nel 1940 quando la Beretta iniziò a mettere a punto una pistola le cui caratteristiche permettessero di utilizzare in tutta sicurezza il potente munizionamento calibro 9mm Parabellum. Il primo esemplare, il modello “951” originariamente fu concepito per essere costruito in Ergal, una lega di alluminio usata in aeronautica. Successivamente all’Ergal fu sostituito il più robusto acciaio e nasce così la  “951 Brigadiere”, che entrò in produzione nel 1955, e che deve essere considerata la vera e propria progenitrice delle moderne pistole Beretta serie 92. La pistola, giudicata già ottima per l’epoca, fu adottata dalle Forze Armate Italiane, dai corpi di Polizia e Carabinieri, nonché da vari eserciti del mondo.