RaketenPanzerBüchse, la risposta tedesca al bazooka

Il RaketenPanzerBüchse rappresenta di certo la risposta nazista al bazooka da quando nel 1943 catturarono alcuni esemplari M1 da 60 mm in Africa. In effetti, i tecnici militari tedeschi apprezzarono da subito la sua semplicità e la facilità d’uso per le operazioni controcarro.

I primi esemplari tedeschi sembrarono, in realtà, a dei Puppchen ma con piccole varianti; in effetti, rispetto a questa particolari arma lanciarazzi tedesca, la variante RaketenPanzerBüchse differivano per via dell’inserimento dell’accensione elettrica.

L’arma  solo successivamente fu denominata RaketenPanzerBüchse 43 8,8 cm, o RPzB 43, ed era costituito da un tubo aperto alle due estremità dal quale veniva lanciato il razzo.

Hello Boys, il fucile anticarro

Il fucile anticarro è un’idea che viene da lontano; in effetti, è dalla prima guerra mondiale che si utilizzano sistemi controcarro di questo tipo finalizzate per arrestare l’avanzata dei primi mezzi corazzati e unità meccanizzate, anche se non sono per nulla paragonabili con i sistemi corazzati moderni.

Il fucile anticarro era un’arma potente che poteva fermare un elefante in corsa e capace di arrestare con la sua potenza distruttiva le corazze leggere dei primi carri armati. Dalla seconda guerra mondiale e con la graduale sostituzione delle originarie corazze con sistemi più efficaci e con l’introduzione delle armi controcarri della fanteria, quali bazooka o Panzerfaust, i fucili anticarro persero il loro potenziale distruttivo.

Esistono diversi fucili controcarri e ognuno può vantare un servizio eccellente e, tra questi, non possiamo non ricordare il modello Boys, Mk 1, con un calibro da 13,97 mm in grado di perforare fino a 21 mm di acciaio da 302 metri di distanza con una velocità iniziale di 991 m/s.

Il Racketenwerfer della Germania nazista

Il Racketenwerfer, o Puppchen, nasceva da un’idea pratica: le armi dell’artiglieria, anche se utilizzavano la carica cava, non erano un mezzo pratico ed efficace per contrastare l’avanzata dei carri armati, o di qualsiasi altro mezzo pesante, e da questa considerazione i tecnici della Wehrmacht scelsero, come arma alternativa, il razzo.

In effetti, il Racketenwerfer giungeva in un periodo storico importante: da una parte i mezzi corazzati venivano dotati di sistemi di protezione, corazze, sempre più spesse e, dall’altra, era necessario sostituire i fucili controcarri che ormai non erano più pratici.

Per questa ragione l’esercito tedesco preferì modificare la tecnologia realizzando soluzioni di tipo tecnico di estremo interesse, ad esempio possiamo, senza dubbio, ricordare il Panzerfaust: un’arma ideale a corto raggio. Successivamente mutò lo scenario: occorreva disporre di un’arma non più a corto raggio, ma soprattutto era indispensabile utilizzare uno strumento con un alto grado di affidabilità, in effetti a volte il Panzerfaust si inceppava, e, soprattutto, occorreva disporre di un’arma ricaricabile.

Panzerfaust, o il pugno di Hitler

Il Panzerfaust rientra nella categoria delle armi controcarri in dotazione alla fanteria.

Il pugno di Hitler, Panzerfaust o Faustpatrone, era un piccolo ed individuale lanciarazzi monouso anticarro tedesco impegnato fin dall’inizio della seconda guerra mondiale.

L’accensione della carica di lancio avveniva con lo stesso principio del Bazooka, ovvero mediante contatto elettrico.  Il Panzerfaust era costituito da un semplice tubo sul quale era innestata una granata controcarro a carica cava connessa a un codolo che si inseriva sul tubo stesso.

Questa particoalre arma controcarro era anche spesso denominato Faustpatrone, o cartuccia pugno, ma in seguito assunse la denominazione di Panzerfaust, pugno corazzato.