Fu la fine dell’Impero Romano d’Occidente a segnare una svolta anche nella fattura e nell’uso della spada nel mondo occidentale. A seguito delle invasioni barbariche, infatti, fu introdotta la spada normanna, che da allora fu l’espressione con cui, per antonomasia, si definiva la spada più comune. La spada normanna era un’arma bianca tradizionale derivata da quelle vichinghe e soprattutto faceva riferimento a quelle longobarde.
Questo tipo di spada era a lama larga, con guardia a croce come da tradizione anche per quanto riguarda altri tipi di spada. Vediamo come la forma stessa e la forgia della spada indirizzi l’uso stesso dell’arma, esprimendo la qualità dei combattenti e finanche le caratteristiche della mentalità dell’epoca della quale la spada fa parte. I diversi tipi di spada sono stati nella storia davvero numerosi. Passiamo ad analizzarne i principali.
Questo tipo di arma serviva per battersi in duelli a due con una mano sola, mentre con l’altra era necessario poter agilmente maneggiare lo scudo: si parla infatti di spada e scudo alla normanna, coppia indivisibile. Le spade che invece si dovevano impugnare con tutte e due le mani fecero il loro ingresso in occidente più tardi, verso il XV secolo: servivano a colpire l’avversario distruggendo spesso anche l’armatura, resa necessaria dal fatto che non si usava più lo scudo, ma si impugnava spade pesantissime e si colpiva cercando per lo più di spezzare addirittura le ossa degli arti o danneggiare il nemico colpendolo di santa ragione all’altezza dei fianchi.
Da queste usanze di combattimento deriva probabilmente la comune espressione tutt’ora in voga che vuole “sfiancato” un individuo stremato da parte di una situazione o da qualche persona. Mentre dunque il combattimento ad una mano con la spada più leggera appare più nobile ed elegante, quello a due mani successivamente introdotto era senz’altro più violento: i cavalieri semplicemente si armavano e se le davano di santa ragione.