Le spade dalla lama fiammeggiante, ovvero la flambard a una mano, e la flamberga, a due mani, sono tra le spade più pittoresche in assoluto, e sebbene la loro magnificenza le ha rese fin da subito spade da parata e da esibizione, spade da sfoggiare, nondimeno esistono spiegazioni tecniche riguardo alla loro specifica efficacia in battaglia.
Col termine flamberga vengono spesso erroneamente indicate tutte le spade dalla lama ondulata “fiammeggiante”, mentre più correttamente questo termine indica solo lo spadone a due mani, spesso di dimensioni colossali (superiori a quelle dei normali spadoni), mentre per le spade a una mano il termine corretto è quello di flambard. La lama di queste spade è interamente ondulata, nel caso della flamberga è sempre presente un ricasso non tagliente, spesso ricoperto in cuoio, su cui poteva essere appoggiata la mano debole per vibrare potenti colpi a due mani in situazioni particolari. Caratteristici della flamberga sono i denti d’arresto molto lunghi, che precedono il ricasso. La flamberga per i resto ricalca molto da vicino le caratteristiche degli spadoni a due mani, dalla grande crociera spesso con i bracci ritorti ai grossi pomelli modellati a piacere,
La peculiarità tecnica di queste lame è correlata ai movimenti di parata in combattimento: la lama fiammeggiante è infatti in grado di aumentare notevolmente la forza peso che, parando, si va a scaricare sulla spada avversaria tramite le vibrazioni della lama. Anche per questo le spade ondulate, nate forse con l’intento di tagliare con maggior efficacia le aste dei picchieri nemici, si diffusero poi come flambard a una mano nei duelli a singolar tenzone.
Le flambard e le flamberghe pur avendo conosciuto una diffusione relativamente limitata, non paragonabile ad altri modelli di spade a una o due mani, non hanno mancato di imprimersi, con la loro maestosità, nell’immaginario collettivo occidentale.
Photo Credits | Zwinger Museum di Dresda