A differenza degli Stati Uniti dove coesistono, o a volte vengono miscelati, sia il Paintball che il Softair, in Italia il primo gioco/sport in effetti non ha mai attecchito; la motivazione di questa scarsa diffusione è per la maggior parte di natura legislativa.
I due giochi in effetti si somigliano molto ma mentre per il Softair è possibile acquistare ed utilizzare liberamente repliche di ogni tipo di arma ad aria compressa capace di sparare pallini in plastica inoffensivi da 6 mm, per il Paintball in effetti non c’è la stessa possibilità.
La differenza come abbiamo detto è di natura legislativa. Infatti, come già accadde in Giappone 30 anni fa, in Italia il Paintball è praticabile sono a livello sportivo in ambienti appositamente delimitati, a differenza del Softair che può essere praticato liberamente più o meno dove si vuole. Tutto ciò è dovuto alle norme vigenti in Italia in materia di armi; la Legge n.110/75 infatti classifica in modo specifico le armi comuni da sparo ad aria compressa (non da fuoco), catalogandole come armi sportive e pertanto detenibili solo con denuncia e trasportate con licenza se di energia superiore a 7,5 J. Per lo stesso tipo di armi è vietato l’uso per caccia circoscrivendone l’uso al solo tiro a segno. Inoltre è possibile utilizzare armi ad aria compressa nella propria abitazione o nelle sue immediate pertinenze purché ciò non comporti pericolo per altre persone, fastidio per vicini o passanti, e purché non si pratichi la caccia. Senza un valido motivo non possono essere portate fuori della propria abitazione armi ad aria compressa nemmeno se l’energia è inferiore a 7,5 J.
Alla luce della vigente normativa e, considerato il fatto che la maggior parte delle armi/marcatori da Paintball hanno bisogno di una notevole spinta, di energia superiore ai a 7,5 J, per lanciare una pallina di vernice ad una distanza utile e con una forza adeguata a farla rompere all’impatto, si devono includere nelle armi comuni da sparo. A ciò si aggiunge un’altra limitazione: i marcatori da Paintball per risultare di libera vendita, secondo la Legge n.526 del 21.12.1999, e quindi non contemplabili nelle armi comuni da sparo, dovrebbero avere al vivo di volata un energia inferiore a 7,5 J.
Ma se ciò ancora non bastasse ad affossare il Paintball, una ennesima limitazione viene da un regolamento ministeriale del Ministero dell’Interno il quale esplicitamente enuncia che le armi liberalizzate sono destinate al lancio di pallini inerti e non idonei a contenere o trasportare altre sostanze o materiali; questo vieta categoricamente le palline contenenti vernice, pure se in materiale non tossico e biodegradabile, utilizzate come munizioni per i marcatori . A causa di tutte queste limitazioni il Paintball rimane uno sport di nicchia praticabile solo all’interno di appositi spazi autorizzati come accade per il tiro a segno con armi ad aria compressa presso appositi poligoni.
Diversamente, le armi da Softair rispecchiano tutti i requisiti di legge che ne permettono l’utilizzo quasi ovunque, restando ferme le prescrizioni di non comportare pericolo per altre persone e non arrecare fastidio per vicini o passanti; ciò ha permesso alle armi softair di avere fin da subito libera commercializzazione e di conseguenza una rapida diffusione in Italia di questo coinvolgente gioco/sport. Molte associazioni e gruppi di aggregazione per giocatori di Softair e Paintball, già riconosciute dal CONI, si stanno battendo affiché questi sport vengano regolamentati e riconosciuti.