Sviluppare l’interoperabilità tra diverse navi per incrementare la sicurezza marittima e garantire la libertà di navigazione. Con questo obiettivo, cinque navi hanno solcato insieme il Mediterraneo per una giornata dedicata ad esercitazioni e addestramento: la fregata Carabiniere della Marina con tre navi militari giapponesi – i cacciatorpediniere Asagiri e Setoyuki e la nave scuola Kashima – e la nave canadese Charlottetown. Quest’ultima partecipa, insieme alla nave italiana, all’operazione Nato Active Endeavour per contrastare il terrorismo marittimo.
A bordo della nave scuola Kashima, dove sono imbarcati ufficiali che hanno da poco terminato i corsi di formazione per sottoporsi a un addestramento che in circa sei mesi li porta in giro per il mondo, l’ammiraglio Hidetoshi Iwasaki, comandante del Japan Training Squadron che si compone di tre navi, ha ricevuto i comandanti delle fregate Carabiniere e Charlottetown per un confronto sulle operazioni in corso nel Mare Mediterraneo.
L’ammiraglio si è confrontato con il comandante della Nave Carabiniere sulle maggiori operazioni navali in cui è coinvolto il Paese nell’area mediterranea: Mare Sicuro, l’operazione nazionale avviata nel 2015 per tutelare gli interessi nazionali nel Mediterraneo centro-meridionale e assicurare adeguati livelli di sicurezza marittima. e Eunavfor Med operation Sophia, l’operazione dell’Unione Europea che serve a interdire il network delle reti criminali associato al traffico e sfruttamento di migranti attraverso il Mediterraneo e ridurre il flusso migratorio via mare.
L’ammiraglio Hidetoshi Iwasaki, si è anche mostrato interessato all’organizzazione Sar (Search and Rescue, ricerca e soccorso) del Mar Mediterraneo e al V-RMTC (Virtual Regional Maritime Traffic Centre), un sistema di controllo del traffico marittimo nato dalla cooperazione internazionale tra marine di diversi paesi, dietro iniziativa della Marina italiana, che si basa sulla condivisione dei dati provenienti dalle unità militari in mare e dei radar costieri.
La giornata ha permesso anche un confronto tra gli equipaggi delle cinque navi insieme in mare. Il team di specialisti della Brigata Marina San Marco ha invece simulato il controllo di un mercantile sospetto, abbordando una delle unità giapponesi e simulando lo svolgimento di un’ispezione.
Fonte e foto marina.difesa.it