Una microspia Gsm è uno strumento che utilizza le tecnologie di trasmissione digitali che sono proprie di tutti i telefoni cellulari. I vantaggi derivanti dall’utilizzo della tecnologia Gsm per spionaggi, monitoraggi, intercettazioni, sono enormi. Spieghiamo quindi come funziona e perché è così avanzata una microspia Gsm.
Cominciamo col vedere come funziona una microspia Gsm: in sostanza si tratta di una scatoletta con alcuni cavi, due dedicati all’alimentazione e uno a un microfono ultrasensibile. I circuiti interni della scatola sono, a conti fatti, la vera microspia. Su tali circuiti viene montata una scheda Sim. L’intercettazione, l’ascolto ambientale, avviene in un modo semplice: attraverso una chiamata al numero della sim della microspia Gsm. Tuttavia modelli più avanzati sono ancora più intelligenti, e chiamano spontaneamente un numero scelto quando registrano voci o rumori. Insomma, si tratta di un dispositivo geniale nella sua semplicità ed estremamente efficace.
Le microspie Gsm hanno degli enormi vantaggi rispetto a quelle di vecchia generazione (e anche per questo noi ne consigliamo vivamente l’utilizzo): grazie alla tecnologia di trasmissione digitale si ha una velocità di trasmissione estremamente elevate, e il segnale perviene in maniera decisamente libera. Non solo, data la copertura Gsm ormai ovunque, o quasi, presente, si ha accessibilità senza limiti rappresentati dalla distanza al dispositivo: come abbiamo visto, basta una telefonata alla sim inserita nella microspia!
Altra, grande innovazione apportata dalle microspie Gsm è la possibilità di effettuare ascolti ambientali e intercettazioni senza la necessità di usare altri ricevitori per sintonizzarsi sulle giuste frequenze, come accadeva in passato e come abbiamo visto in tantissimi film. Per chiunque avesse bisogno di una microspia per l’ascolto ambientale, oggi, l’utilizzo di una microspie Gsm è praticamente d’obbligo: i vantaggi sono talmente tanti e di tale importanza che le vecchie generazioni di strumenti al confronto appaiono pezzi da museo.
Photo credits | endoacustica