Il Servizio Studi del Dipartimento affari esteri ha voluto dare evidenza dell’impiego dei reparti militari italiani nella crisi libica e a questo proposito ricorda che la Marina Militare ha messo a disposizione dell’Operazione Unified Protector, già dal 26 marzo, l’ unità di supporto logistico Etna, la portaerei Giuseppe Garibaldi, con a bordo 4 aerei a decollo verticale AV 8B II plus e 4 elicotteri da pattugliamento EH 101, la fregata Libeccio, con a bordo due elicotteri AB 212, e il pattugliatore d’altura Comandante Bettica, con a bordo un elicottero AB212.
Tutte le unità navali della NATO che partecipano all’operazione Unified Protector sono poste alle dipendenze dell’Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri nella sua funzione di Comandante NATO di MCC (Maritime Component Command), di stanza a Napoli.
Non solo, nell’ambito dell’operazione Odyssey Dawn l’Italia ha messo a disposizione, dal 18 marzo, quattro velivoli Tornado ECR, 4 caccia F-16 con compiti di scorta e 2 velivoli Tornado IDS “Tanker” per il rifornimento in volo. La Marina Militare ha mobilitato la portaerei Garibaldi (con a bordo i caccia AV8 Harrier) salpata da Taranto per dislocarsi in Sicilia, il cacciatorpediniere Andrea Doria, che si occuperà della difesa aerea, e due unità che sono attualmente inserite nella SNMG1, la forza marittima della NATO con la fregata Euro e il rifornitore Etna.
Dal 27 marzo il nostro Paese ha trasferito alla NATO il controllo operativo di 4 velivoli a decollo verticale della Marina Militare AV8 Bravo plus (rischierati a bordo di Nave Garibaldi) e di 4 caccia dell’Aeronautica Militare Eurofighter per concorrere alle operazioni connesse con l’implementazione della no fly zone nell’ambito dell’Operazione Unified Protector della NATO. Contestualmente, sono stati ripresi sotto controllo nazionale i 4 caccia F16.
Continua anche l’impegno, in applicazione dell’intesa italo-tunisina in materia di immigrazione, della Marina Militare con la corvetta Sfinge, la nave San Giorgio e un aereo Atlantic nella sorveglianza e monitoraggio in prossimità delle acque tunisine.
Come ricorda il Servizio Studi del Dipartimento affari esteri, il 15 aprile scorso con il rifornimento notturno del Hms Liverpool (nave della Royal Navy), la nave Etna ha tagliato il traguardo dei 50 rifornimenti in mare in tre mesi esatti di attività operativa quale flagship dello Standing NATO Maritime Group 1.