Jiàn, la spada cinese a lama dritta

Il jiàn è la classica spada dritta a doppio filo cinese, una delle quattro principali delle arti marziali oltre al dao, al qiang e al gun. Il jiàn è un’arma considerata particolarmente nobile, il suo apprendimento tuttavia è difficoltoso, e per questo l’utilizzo del jiàn non è mai stato esteso all’esercito (che usava lance e sciabole, soprattutto).

Il jiàn, la classica spada cinese di cui si cominciò a fare uso, in Cina, ben 2500 anni fa, è a lama dritta, con l’estremità appuntita, lunga tra i 45 e gli 80 cm, per un peso (per un jiàn lungo 70 cm) che si aggira intorno ai 700, 800 grammi. La lama del jiàng è formata da tre sezioni: la punta (detta jiànfeng), la parte mediana (detta zhongren) e la parte più vicina all’impugnatura (detta jiàngren). La punta si restringe con curve dolci, benché in certe dinastie si usassero jiàng con spigoli vivi. Il jiàn furono forgiati dapprima in bronzo, poi vennero forgiati in ferro e in fine in acciaio. A scopi cerimoniali venivano creati jiàn particolari, delle vere opere d’arte, come quelli interamente in giada di cui si conservano svariati esemplari.

Le tre parti della lama della spada jiàng avevano scopi d’utilizzo differenti: la parte vicina all’elsa era nettamente la più robusta e doveva essere usata esclusivamente per parare. La parte mediana della lama, più leggera poteva offendere ma anche parare, la punta leggermente flessibile era invece perfetta per l’offesa, per portare rapidi e micidiali attacchi.

Dato il baricentro spostato verso l’impugnatura il jiàng presenta una fisica particolare che ne fa un’arma rapida ed estremamente elegante, come gli stessi stili di combattimento che ne fanno uso. Data la precisione ma anche la relativa fragilità del filo la difesa si basava molto sulla capacità del guerriero di evitare la spada avversaria, entrando e uscendo dalla guardia nemica e sfuggendo agli attacchi avversari.

Photo credits | Fyrius su wikipedia

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