L’Euro della classe Turbine della marina militare italiana

Successivamente alla classe Sauro fu approntata la nuova classe Turbine del tutto simile alla precedente a meno della dimensione che risultò di poco superiore perché doveva accogliere un nuovo e più potente sistema propulsivo.

Nella classe Turbine trovarono posto otto cacciatorpediniere con un dislocamento di 1090 tonnellate ( a pieno carico fino a 1700 tonnellate), ovvero Espero, Borea, Euro, Nembo Ostro, Aquilone, Zeffiro e, per l’appunto, Turbine. Le unità navali della classe Turbine potevano raggiungere una velocità massima di 36 nodi grazie alla presenza di un apparato propulsivo che riusciva ad offrire una potenza di 40000 hp grazie ai due gruppi di turbine a vapore a ingranaggi.

Il capoclasse Turbine, catturato subito dopo l’8 settembre dai tedeschi, venne affondato nei pressi dell’isola di Salamina nel 1944 ad opera di unità militari statunitensi.

Rispetto alla classe Sauro queste unità navali potevano disporre di un sistema propulsivo più efficiente anche se disponevano diverse particolarità comuni; in effetti, la Sauro e il cacciatorpediniere Turbine avevano un torrione corazzato.

La classe Turbine disponeva di un equipaggio di 180 uomini tra marinai e ufficiali di bordo che sovraintendevano alle diverse operazioni: dalla gestione degli armamenti al governo della nave. Le unità navali di questa classe disponevano di due impianti binati di cannoni da 120 mm, oltre a due impianti singoli da 40 utilizzati contro gli aerei nemici. Non solo, i tecnici militari inserirono in queste particolari navi anche 52 mine utilizzate per realizzare banchi offensivi nelle acque del mediterranei e due lanciasiluri trinati da 533 mm.

Rispetto alla classe Sauro, la serie Turbine era leggermente più lunga, per la precisione il Turbine aveva una lunghezza di 92,65 metri per una larghezza di 9,2 con un pescaggio di quasi tre metri.

La nave da battaglia Euro, della serie cacciatorpediniere, venne affondata nel 1943 a causa di un attacco aereo tedesco sorpreso nelle acque del mediterraneo mentre tentava di raggiungere un porto italiano dalle coste dell’Egeo.

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