Secondo quanto affermano gli ultimi numeri elaborati dall’Agenzia europea per la difesa, nel complesso i membri dell’Eda nel 2020 hanno speso 198 miliardi di euro per la propria Difesa, con un aumento del 5% rispetto al 2019 e per un importo pari all’1,5% del Pil complessivo. In termini di paragone, si tratta di una spesa ben inferiore rispetto al budget in discussione presso il Congresso americano, con una cifra di almeno 740 miliardi di dollari per il 2022. Dal canto suo, la sola Cina per il 2021 ha annunciato una dotazione di 209 miliardi di dollari, in incremento del 6,8% rispetto al 2020 e con un valore che è tuttavia il triplo in termini di parità di potere d’acquisto rispetto a quanto previsto dagli USA.
Confronti a parte, quel che emerge è che per i Paesi europei è il sesto anno consecutivo di crescita, permettendo così all’Agenzia europea di toccare i livelli di spesa più alti dalla sua serie storica annuale.
Non tutti i numeri sono però positivi. In particolar modo, emerge che i Paesi europei sono un po’ meno cooperativi del solito, considerato che è in calo il budget della spesa dedicata ai programmi di collaborazione. Il procurement destinato agli equipaggiamenti sviluppati in cooperazione tra i membri dell’Eda nel 2020 ha infatti toccato 4,1 miliardi di euro, pari all’11% della spesa complessiva e con un calo del 13% rispetto all’anno precedente. La riduzione di queste voci di spesa è praticamente costante dal 2015 e allontana notevolmente i Paesi Eda rispetto all’obiettivo definito in ambito UE, pari al 35%.
Ancora più bassa è infine la quota di progetti cooperativi nel segmento dedicato alla ricerca e alla tecnologia, pari a 143 milioni di euro, il 6% della spesa complessivamente rivolta a questa attività.