La nave da battaglia Dante Alighieri, per la precisione era classificata come corazzata, era la prima realizzazione della marina regia – uscita dal cantiere navale di Castellamare di Stabia nel 1910 e dismessa nel 1928 – che poteva disporre, rispetto il naviglio di allora, di torri trinate per cannoni da 305/46 mm con quattro eliche e cannoni monocalibro.
L’idea di costruire una corazzata di tipo monocalibro, dreadnought , è del 1908 su progetto del generale del Genio navale Edoardo Masdea proponendo una soluzione molto originale tanto che la Dante Aligheri fu presa come modello per molte altre realizzazioni dell’epoca. In effetti, allora era fortemente sentita la necessità di coniugare la potenza bellica con il peso e, allo scopo di offrire una risposta di questo tipo, Masdea propose di raggruppare l’artiglieria in torri trinate: in questo modo si riuscì a ridurre così il peso dell’artiglieria di grosso calibro.
Con la Dante Alighieri non è possibile non ricordare Vittorio Cuniberti, uno dei precursori della nave da battaglie monocalibro.
La corazzata Dante Alighieri offriva un dislocamento a pieno carico di 21,800 tonnellate con un motore che permetteva di raggiungere i 23 nodi grazie alla presenza di propulsione a vapore composta da 23 caldaie, di cui 17 a carbone e 6 a nafta, tre turbine a vapore e quattro eliche che riuscivano a sprigionare una potenza di 32,200 CV.
La corazzata poteva disporre di 700 tonnellate di carbone e 300 di nafta per il riferimento che potevano assicurare un autonomia di 5000 miglia con una velocità di 10 nodi.
La corazza era l’unico neo di tutto il progetto; in effetti, la Dante Alighieri non disponeva una protezione massiccia perché poteva solo offrire, sul piano verticale, una corazza da 250 mm. e un’altra da 50 mm sulla parte orizzontale.
La nave non venne utilizzata,se non di rado, in precise operazioni belliche; in effetti, il compito principale era quello di pattugliare le coste adriatiche italiane e il canale di Otranto.
L’unità nell’aprile del 1913 portò a Castellammare di Stabia il Re Vittorio Emanuele III per assistere al varo della corazzata Duilio mentre la bandiera di combattimento le fu donata dalla società dante Alighieri nel gennaio 1913 a La Spezia.