Uomini dell'US Navy Seals in azione

Navy SEALs, le Forze Speciali dell’US Navy

Team dei Navy Seals in azioneTutti i paesi del Mondo dispongono di Forze Speciali nell’ambito delle proprie Forze Armate costituite da soldati con addestramento ad altissimo livello capaci di compiere operazioni speciali in ogni tipo di ambiente e situazione.

Uno di questi reparti speciali è famoso in tutto il mondo per le azioni compiute in ogni ambito ed in ogni scenario bellico e non: si parla delle forze speciali dell’US Navy, i Navy SEALs,  SEa, Air and Land forces. Questo reparto speciale della marina statunitense viene utilizzato per operazioni non convenzionali con finalità di difesa, liberazione ostaggi, azioni antiterrorismo ricognizione speciale, sabotaggio e acquisizione obiettivi operando soprattutto in ambienti marini, costieri ed anfibi in genere.

Paracadutisti del IX Reg. Col Moschin in un lancio dimostrativo

IX Reggimento “Col Moschin”, il reparto speciale della Brigata Paracadutisti Folgore

Un team di Incursori del IX Reg. Col MoschinNei moderni scenari bellici hanno un ruolo sempre più rilevante gli uomini delle Forze Speciali. Ogni Paese, ormai da anni, addestra interi reparti che hanno lo scopo di compiere missioni speciali ad alto rischio per la liberazione di ostaggi, la cattura di terroristi e criminali di spicco a livello internazionale ma anche il sabotaggio e la distruzione di obbiettivi nemici nel quadro di più vaste operazioni militari.

Già in epoche passate esistevano forze speciali dei vari eserciti che avevano il compito di compiere missioni speciali. Anche l’Italia da sempre si è dotata di reparti speciali militari e non costituiti da uomini super addestrati con un altissimo livello di specializzazione; tra le forze speciali militari italiane spicca sicuramente il XI Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” per tutti conosciuto come il Nono.

NOCS Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza della Polizia di Stato

NOCS, storia delle Forze Speciali della Polizia di Stato Italiana

Il NOCS, l'unità speciale della Polizia di Stato Gli anni settanta sono ricordati dalla storia come gli anni del terrorismo, gli “anni di piombo”, sia in Italia ed in tutta Europa; i vari governi si mossero per fronteggiare i vari gruppi terroristici istituendo appositi reparti specializzati. Nel 1974 l’Italia fu segnata dal sangue delle stragi (Piazza della Loggia a Brescia), e dei vari attentati terroristici come quello all’Aeroporto di Fiumicino.

Per fronteggiare il terrorismo la Polizia italiana, all’epoca Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, nel 1974 costituì una squadra scelta di uomini appositamente addestrati: nasce così sotto il comando del questore Santillo l’Ispettorato Generale per l’Azione contro il Terrorismo che l’anno dopo diviene S.D.S., Servizio di Sicurezza.

Il naviglio inglese della classe Canopus

Le unità navali della classe Canopus furono completate alla fine del periodo vittoriano e rappresentavano le tipiche navi da battaglia inglesi di quel periodo.

Le Canopus utilizzavano le nuove corazze Krupp con caldaie a tubi d’acqua ed erano contraddistinti da quattro cannoni da 305 mm su torre binata a prora e poppa insieme ad un armamento secondario da 152 mm in posizioni protette a casamatta lungo le due fiancate della nave.

La classe Akitsuki

Le unità navali della classe Akitsuki furono realizzati con l’obiettivo di proteggere il naviglio commerciale e possedevano particolari attitudini alla difesa contraerea anche se, poi, potevano disporre di un grande quantitativo di bombe di profondità per la lotta antisommergibili per via della nuova disposizione del fumaiolo.

In effetti, dalle informazioni diffuse dallo stato maggiore della marina nipponica, le unità della classe Akitsuki non furono dotati di un secondo fumaiolo perché la marina militare decise di utilizzare uno spazio maggiore per inserire armi contraerei supplementari.

Dalla Francia la classe Courbet

Per effetto delle nuove Dreadnought la Francia decise di sostituire le navi della classe Danton,  entrate in servizio tra il 1906 e il 1911, con un dislocamento da 18300 tonnellate con la nuova classe Coubert che garantivano prestazioni e caratteristiche simili alle Dreadnought.

In sostanza, la classe Courbet era considerata la risposta francese alle Dreadnought: soluzioni innovative realizzate dall’ammiraglio Fisher, il Primo Lord del Mare nel 1904.

La classe Matsu, il naviglio tuttofare

Si poteva definire il cacciatorpediniere tuttofare della marina imperiale giapponese, ecco che cosa contraddistingueva il naviglio inquadrato nella classe Matsu rispetto alle altre unità da guerra giapponesi.

In effetti, a causa degli esiti militari le navi da battaglia non venivano più prontamente rimpiazzate e per tentare di arginare le perdite lo stato maggiore giapponese mise a punto una serie di navi meno impegnative da un punto di vista bellico per utilizzarli nella scorta ai navigli commerciali.

Queste unità navali furono realizzate con minori tempi di produzione per via delle esigenze belliche e, malgrado una potenza motrice di un terzo inferiore ai cacciatorpediniere di squadra, erano in grado di raggiungere una velocità di quasi 28 nodi.

Le unità della classe Matsu potevano assicurare un dislocamento di 1260 tonnellate con la capacità di raggiungere i 1530 a pieno carico. La velocità era garantita da un sistema di propulsione basato su due gruppi di turbine  a vapore a ingranaggi sue due assi in grado di esprimere una potenza di 19000 hp.

L’impegno della Marina Militare italiana nella crisi libica

Il Servizio Studi  del Dipartimento affari esteri ha voluto dare evidenza dell’impiego dei reparti militari italiani nella crisi libica e a questo proposito ricorda che  la Marina Militare ha messo a disposizione dell’Operazione Unified Protector, già dal 26 marzo, l’ unità di supporto logistico Etna, la   portaerei Giuseppe Garibaldi, con a bordo 4 aerei a decollo verticale AV 8B II plus e 4 elicotteri da pattugliamento EH 101, la  fregata Libeccio, con a bordo due elicotteri AB 212, e il  pattugliatore d’altura Comandante Bettica, con a bordo un elicottero AB212.

Tutte le unità navali della NATO che partecipano all’operazione Unified Protector sono poste alle dipendenze dell’Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri nella sua funzione di Comandante NATO di MCC (Maritime Component Command), di stanza a Napoli.

L’Euro della classe Turbine della marina militare italiana

Successivamente alla classe Sauro fu approntata la nuova classe Turbine del tutto simile alla precedente a meno della dimensione che risultò di poco superiore perché doveva accogliere un nuovo e più potente sistema propulsivo.

Nella classe Turbine trovarono posto otto cacciatorpediniere con un dislocamento di 1090 tonnellate ( a pieno carico fino a 1700 tonnellate), ovvero Espero, Borea, Euro, Nembo Ostro, Aquilone, Zeffiro e, per l’appunto, Turbine. Le unità navali della classe Turbine potevano raggiungere una velocità massima di 36 nodi grazie alla presenza di un apparato propulsivo che riusciva ad offrire una potenza di 40000 hp grazie ai due gruppi di turbine a vapore a ingranaggi.

In arrivo la torpediniera italiana

Nel corso della prima guerra mondiale la marina militare italiana decise, insieme a quella tedesca, di approntare delle nuove unità navali del tutto simili alle cacciatorpediniere ma con un dislocamento inferiore. Per questa ragione decise di classificare le unità navali di questo tipo come torpediniere creando a questo scopo la classe Generali.

Le unità navali della classe Generali disponevano, in effetti, di un dislocamento, alla costruzione, di poco più di 600 tonnellate ma che potevano raggiungere a pieno carico un valore di 830 tonnellate. Queste particolari torpediniere riuscivano a raggiungere una velocità di circa 30 nodi grazie alla presenza di un apparato propulsivo costituito da due gruppi di turbine a vapore a due assi in grado di esprimere una potenza di 15000 hp. La classe Generali imbarcava 105 uomini tra marinai a ufficiali di bordo che, oltre a manovrare la nave, dovevano sovraintendere all’armamento di bordo costituito da 3 cannoni in impianti singoli con un calibro da 102 mm e due cannoni da 76 mm per uso contraerea.

L’armamento di bordo comprendeva anche 18 mine e due lanciasiluri binati da 405 mm.