Se dovessimo scegliere un personaggio da citare come il “padre” delle armi automatiche e semi-automatiche, non avremmo dubbi nell’indicare John Browning, uno dei più grandi progettisti e sviluppatori non solo della sua epoca, ma di tutta la storia. Ci ripromettiamo di dedicargli un intero articolo di qui a qualche giorno, ma per ora vogliamo concentrare l’attenzione su una delle sue creature, la Browning HP, una pistola semi-automatica calibro 9 mm, che vide la luce dopo la morte del suo ideatore.
John Browning era già molto noto per aver prodotto colt, Winchester e mitragliatrici, ma nel 1925 decise di seguire l’idea che lo portò alla progettazione di una calibro 9, salvo poi morire dopo aver “partorito” il primo prototipo. Il progetto venne comunque continuato, per passare poi nelle mani dei belgi, che la arricchirono del caricatore bifilare, vera novità per l’epoca.
930 grammi di peso, 200 mm di lunghezza, canna rinculante e capacità di tiro variabile tra i 40 e gli metri, la Browning HP conquistò ben presto le simpatie di numerosi stati che la scelsero come pistola d’ordinanza per i propri eserciti, a partire dal 1935, quando il progetto venne ripreso e migliorato con la progettazioni di molte nuove versioni. In particolare la Fn Browning 35 venne adottata dall’esercito inglese che – non a caso – la ribattezzò con il nome King of Nines (il re delle calibro 9).
Tra le numerose varianti di questa eccellente calibro 9 vale la pena ricordare – oltre alla Fn Browning 35 – la Fn Browning Competition (230 mm di lunghezza e 13 colpi), la Fn Browning da 9 Compact (176 mm di lunghezza e 7 colpi), la Fn Browning MK2 e la Fn Browning K3 (200 mm di lunghezza e 13 colpi), la Fn Browning Vigilante 1001 (13 colpi e 197 mm di lunghezza), la Fn Browning DM – Double Mode (200 mm di lunghezza e ben 15 colpi).
Di qualunque modello si tratti, comunque, la Browning Hp rimane una delle pistole semi-automatiche più all’avanguardia relativamente al periodo di progettazione, tanto che ancora oggi viene prodotta per numerosi eserciti.