Tra le armi antiche più affascinanti troviamo il kopesh, la spada-falce degli antichi egizi. Il kopesh in realtà, benché noto per l’utilizzo che ne fece il popolo egiziano, non è stato inventato dagli egizi ma dai sumeri: solo in seguito la spada-falce è stata fatta propria dal popolo dei faraoni. La storia di quest’arma è lunghissima, tanto che secondo gli ultimi studi cadde in disuso solo nel 1300 a.C., dopo aver ispirato la creazione di svariate altre armi tra cui, secondo molti, anche la classica scimitarra medio orientale.
Il kopesh è un’arma decisamente particolare. Il manico è lungo circa 18 cm, negli esemplari ritrovati, con una lama che si estende per una quarantina di centimetri prima di divenire affilata. Nel punto in cui comincia l’affilatura comincia anche la curvatura della lama, che poteva essere lunga, nella parte tagliente, dai 15 ai 30 cm. Estremamente peculiare come arma, il kopesh non infligge danni da tagli a pressione come potrebbe fare una grossa ascia: non ha il peso né le caratteristiche necessarie per farlo. I danni del kopesh vengono difatti definiti danni da taglio di barra.
L’arma è caratterizzata da una grandissima maneggevolezza, che permetteva di colpire di taglio pur restando largamente più leggera e versatile di un’ascia da battaglia. Il kopesh, entrato nell’immaginario collettivo soprattutto grazie ad alcuni film, è un’arma dalla grandissima storia: dai sumeri, come detto, che l’inventarono, passando per l’Egitto dei faraoni, il kopesh cadde in disuso solo verso il 1300 a.C.
Ma nonostante la sua scomparsa, il kopesh aveva già fornito ispirazione per armi dei popoli dell’Africa Sud-Sahariana (come il ngulu per il popolo dei bantu stanziati nel bacino del fiume Congo) nonché, come molti studiosi ipotizzano, ad armi bianche decisamente più familiari come la scimitarra delle popolazioni medio orientali, a sua volta in seguito ispiratrice della sciabola occidentale.
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