Quando l’uomo cominciò a cacciare si rese conto che spesso le semplici asce o lance non erano sufficienti e rendevano molto difficoltoso procacciarsi del cibo; le asce se pur idonee ad essere lanciate o le stesse lance, aste di legno con fissata all’estremità una pietra di selce accuratamente lavorata in modo da essere acuminata e tagliente che con un certo movimento del corpo venivano scagliate contro il bersaglio risultavano alquanto imprecise soprattutto nel caso di animali di piccola taglia o in movimento.
L’uomo quindi ideò uno strumento capace di scagliare, ad una distanza e ad una velocità maggiori delle altre armi, un dardo acuminato capace colpire un bersaglio anche in movimento infliggendo ferite spesso letali; quello strumento è stato chiamato Arco dalla forma del bastone ricurvo di cui è costituito.
L’idea di fondo dell’Arco e la freccia nasce presumibilmente dall’osservazione dello strumento utilizzato dall’uomo preistorico per accendere il fuoco, il trapano da fuoco ad archetto; questo strumento era composto da un ramo di legno arcuato alle cui estremità era legato una cordicella in genere fatta con una striscia di pelle o di budello.
Per accendere il fuoco bisognava attorcigliare la cordicella attorno ad un pezzo di legno dritto e possibilmente appuntito il quale a sua volta veniva poggiato su di un altro pezzo di legno leggermente concavo; utilizzando l’archetto si riusciva ad imprimere al legno dritto un movimento rotatorio continuo che abbinata alla frizione di questo sul pezzo di legno concavo sviluppava un calore tale da incendiare ramoscelli e sterpaglia secca poggiata intorno al punto di frizione. L’archetto da fuoco, pur se in modo inefficace e rudimentale, conteneva già il principio di base del tiro di un’asta appuntita con l’arco mediante la tensione di una cordicella.
L’idea di fondo ormai c’era bisognava affinarla e così l’uomo del Paleolitico, circa 120.000 anni fa, decide di costruire un particolare arco la cui cordicella restava in tensione rispetto alla cordicella dell’arco da fuoco che doveva essere abbastanza allentata da poterla avvolgere intorno al legno dritto da frizione; lo stesso legno dritto viene costruito in modo più sottile e ad una delle estremià viene fissata tramite legatura una punta fatta in pietra di selce finemente lavorata per essere molto acuminata e tagliente (una lancia in miniatura). È nato il primo arco da caccia.
Con il tempo e l’esperienza maturata l’uomo capì che doveva dotare le frecce di un qualcosa che ne stabilizzasse il volo fino al bersaglio in modo da renderne più preciso il tiro; presumibilmente osservando gli uccelli in volo pensò di dotare le proprie frecce di un piumaggio e legò quindi all’altra estremità delle frecce delle penne che effettivamente le rendevano più stabili in volo e quindi più precise.
Comincia così una tecnica di caccia con un arma che si è evoluta durante i millenni ed attraverso i quali è passata da semplice strumento da caccia ad arma da guerra vera a propria, talvolta simbolo in mano a personaggi storici e di fantasia, per giungere fino ai giorni nostri come hobby e addirittura disciplina sportiva.
Andrea c 29 Luglio 2023 il 12:42
A quando anche la proposta per re- istituire il delitto d’onore, lo ius prime noctis e altre robe del genere? No perché di sto passo… ma non basterebbe per riscoprire le nostre radici invece salvaguardare la natura, proteggere la biodiversità, amarla, sane passeggiate (possibilmente non invasive e distruttive)?