E’ difficile stabilire quale sia l’origine della balestra ed in quale parte del mondo sia stata utilizzata per la prima volta. L’unica certezza è che i suoi inventori (cinesi o greci che fossero) avevano l’esigenza di creare un’arma che offrisse più garanzie rispetto all’arco in termini di gittata e che quindi riuscisse a tenere maggiormente a distanza i nemici.
La balestra infatti non veniva utilizzata nei combattimenti a breve distanza, ma serviva per lo più a difendere castelli e navi, consentendo a chi la utilizzava di fermare il nemico prima che potesse rendersi pericoloso. La garanzia di sicurezza veniva data proprio dalla lunga gittata, grazie ad un meccanismo semi-meccanico che prevedeva l’uso di un “grilletto” per lo sganciamento della corda e di un teniere (il supporto in legno che serviva da base di lancio per le frecce). Le stesse frecce erano molto più resistenti rispetto a quelle usate per l’arco, sebbene fossero più corte, ed alla fine risultavano più aerodinamiche e più precise.
Ovviamente la balestra aveva anche degli svantaggi, sia in termini di velocità di esecuzione del tiro, visto il tempo di caricamento, sia in fase prettamente strategica, in quanto non si potevano utilizzare in zone scoperte, dove la fase di caricamento avrebbe messo in pericolo l’incolumità dell’arciere.
Nel corso dei secoli la balestra è stata poi perfezionata grazie agli studi sulla meccanica e sull’aerodinamica ed ha superato indenne anche il confronto con le armi da fuoco. Vero è che con l’avvento di queste ultime l’uso della balestra è stato un po’ accantonato, ma è vero anche che quest’arma continua ad avere la propria importanza in determinate situazioni strategiche, laddove ci siano necessità di discrezione.
Ancora oggi molti reparti speciali in zone di guerra sono muniti di balestre sofisticate e precise, che permettono di colpire il bersaglio anche a decine di metri di distanza. L’uso più comune in età moderna è comunque quello legato all’attività sportiva ed alla caccia.