La classe Fubuki rappresentava l’evoluzione tecnica del cacciatorpediniere giapponese poiché riuscì meglio a interpretare le mutate esigenze belliche con diversi programmi di potenziamento inclusi le modifiche sostanziali al suo armamento di bordo, inclusa la possibilità di elevare a 70° i suoi cannoni di bordo da 127 mm.
Delle diverse unità navali solo la Ushio riuscì a sopravvivere al conflitto mondiale.
Le navi da battaglia della classe Fubuki disponevano una velocità di 37 nodi grazie alla presenza di un apparato propulsivo in grado di esprimere una potenza di 50,000 hp per via delle sue due turbine a vapore a ingranagi.
Secondo i dati della marina giapponese, le unità navali della Fubuki potevano vantare una autonomia di 8700 km ad una velocità di 15 nodi.
Le caratteristiche tecniche delle unità navali subirono, però, nel corso degli anni, e in relazione alle vicende belliche, degli apporti notevoli con modifiche strutturali per meglio coniugare le differenti esigenze militari.
La marina militare giapponese pensò di introdurre nelle unità navali della classe Fubuki interessanti innovazioni rispetto ai modelli o alle classi precedenti, in modo particolare pensiamo alla classe Mutsuki.
Per prima cosa fu incrementato il suo dislocamento per consentire un maggiore apporto in termini bellici, in effetti, grazie a questa decisione, era così possibile rinforzare e sopraelevare il ponte principale allo scopo di ridurre gli eventuali danni provocati dal mare in caso di intemperie naturali, oltre alla presenza dei siluri da 610 mm su tre impianti trinati di tubi di lancio.
Non solo, per rafforzare le potenzialità offensive della classe fu anche deciso di utilizzare cannoni da 127 mm in tre torri binate chiuse e portare l’elevazione dei cannoni dai consueti 40° ai 70° per utilizzarli anche come contraerea.
La classe Fubuki fu composta da 20 unità navali e venne impiegata in tutte le zone dell’oceano Pacifico con una sola unità supersiste, la Ushio.
La Fubuki, ovvero la capo classe, disponeva di un equipaggio di 197 uomini tra marinai e ufficiali.
