Tra le armi utilizzate durante la seconda guerra mondiale merita un posto di grande rilevanza il PIAT (acronimo di Projector Infantry Anti-Tank), un lanciabombe in dotazione della Fanteria britannica. Molto simile nell’aspetto al Bazooka americano, ma più compatto e più pesante, il PIAT nasceva dalla necessità di avere un’arma anticarro con un grande potere perforante, non solo sui fianchi dei carri armati nemici, come accadeva con il Boys anteguerra, ma anche frontalmente, dove solitamente il carro era più resistente.
Il PEAT era costituito da una sorta di tubo piuttosto corto, nel quale veniva sistemata una granata HEAT (una bomba di 1,36 chilogrammi), che veniva poi espulsa da una carica di lancio. L’intero meccanismo veniva sorretto da un sostegno piuttosto pesante, un “monopiede” che facilitava le operazione di appoggio e di puntamento verso l’obiettivo. Il mirino a tacche consentiva il puntamento dell’obiettivo con un margine di errore davvero minimo.
Un’arma di grande utilità, dunque, per la fanteria britannica, sebbene i difetti o gli svantaggi fossero molteplici, a cominciare dal peso (14,52 chili), che rendeva gli spostamenti piuttosto problematici. Un altra pecca era rappresentata dal funzionamento dell’arma, in quanto la molla di armamento veniva azionata automaticamente dall’esplosione della carica di lancio. Un’eventuale fallimento di quest’ultima impediva al PIAT di ricaricarsi in maniera automatica e richiedeva quindi un caricamento a mano, difficile da effettuare nel caso di battaglia aperta.
Svantaggi e difetti a parte, il PIAT venne utilizzato per tutto il corso del secondo confitto mondiale, sia per la mancanza di alternative valide che per il basso costo di produzione.
Terminata la seconda guerra mondiale, l’utilizzo del PIAT venne accantonato, per far posto ad armi anticarro che garantissero maggior praticità, pur non rinunciando alla potenza. Neanche il meccanismo di lancio venne ripreso per la costruzioni di altre armi, proprio per la difficoltà di caricamento nel caso di colpi inesplosi.