A volte un gesto fatto per caso, o per scherzo, si ingigantisce divenendo qualcosa che magari qualche anno dopo avrà un successo di livello mondiale; pare che un giorno di circa 30 anni fa sia successo qualcosa dalla quale è nato un gioco, considerato oggi sport di quadra: è il Softair.
Sembrerebbe infatti che alla fine degli anni ’70 un gruppo di taglialegna americani, durante un momento di pausa, per scherzo cominciarono a spararsi a vicenda utilizzando i loro marcatori per segnare gli alberi da tagliare. Gli strumenti, ad aria compressa, erano capaci di lanciare ad una velocità di circa 328 km/h una pallina calibro 12 in gelatina piena di vernice colorata che esplodeva all’impatto macchiando il bersaglio; gli altri colleghi non furono da meno e in breve ci fu la prima partita di Paintball, anche se i boscaioli non sapevano ancora che il loro gioco sarebbe stato chiamato così poco dopo. I taglialegna si divertirono tanto che decisero di rifarlo altre volte dando così vita ai primordi del gioco che conosciamo adesso.
Nel 1985 al gioco, chiamato anche “Gotcha” negli USA ove aveva avuto un grande successo, fu dedicato addirittura un film il cui titolo era appunto “Gotcha” ma che in Italia giunse qualche anno dopo con il titolo di “Toccato”. Nel film il protagonista, un giovanissimo Anthony Edwards nel panni di uno studente del College, se ne andava in giro per il campus a caccia di bersagli umani prestabiliti dalla propria congrega universitaria come fosse stato un killer professionista. Le palline di vernice venivano sparate da una pistola ad aria compressa caricabile manualmente a colpo singolo ma considerata la velocità di uscita del proiettile di vernice all’impatto poteva risultava alquanto doloroso per chi veniva colpito.
Per questo motivo in Giappone, dove il gioco piacque molto ma non era possibile giocare con le potenti pistole/marcatori americane a causa delle restrittive leggi locali per le quali le potenti armi ad aria compressa non erano di libera vendita, idearono dei modelli di armi giocattolo che sparassero piccoli pallini di plastica a bassa velocità in modo da risultare innocui all’impatto. Considerata la grande richiesta di queste armi giocattolo, ideate a replica di armi vere, i primi produttori istituirono l’ASGK, un ente deputato a vigilare sulla conformità legale ai modelli giocattolo; uniformare gli standard di fabbricazione soprattutto per quanto concerne il calibro, stabilito del diametro di 6mm, ed i materiali utilizzati; differenziare la produzione in accordo fra le aziende al fine di evitare la concorrenza.
Come per il Paitball, chi acquistava le armi giocattolo si riuniva in squadre e si sfidava in battaglia con simulazioni di tipo tattico-militari. Nasce così come un gioco il Softair (nome dovuto all’utilizzo di Air Soft Gun, armi ad aria compressa), che dopo circa 30 anni tende a divenire un vero e proprio sport di squadra riconosciuto in alcuni associazioni dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano).
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