Panzerwurfmine, l’arma controcarro con le alette

La Panzerwurfmine è stata realizzata dalle industrie belliche tedesche per offrire alle truppe di fanteria, o meglio alle speciali squadre di cacciatori di carri, una granata lanciabile fuori dal tiro nemico con alcune caratteristiche di tipo tecnico di sicuro interesse; in effetti, la Panzerwurfmine era una potente arma di facile trasportabilità, impiego e, grazie alla presenza di una testata a carica cava, poteva garantire risultati, da un punto di vista militare, veramente soddisfacenti.

La testata a carica cava, proprio per la sua forma tipica, è sempre stata efficace contro i carri armati perché concentra al massimo la potenza dell‘esplosione sulla corazza del carro.

L’esercito tedesco, allo scopo di ottenere le più solide garanzie di perforazione della corazza, mise a punto un sistema di guida e di deflagrazione.

Secondo le indicazioni tecniche, la Panzerwurfmine aveva a sua disposizione alcune alette di stabilizzazione tenute da uno spago avvolto attorno al manico di legno.

Per utilizzare la Panzerwurfmine occorreva seguire uno specifico corso di addestramento finalizzato ad acquisire le necessarie competenze tecniche e di abilità capaci di governare la granata; infatti, la bomba a mano veniva lanciata con una modalità particolare che solo i soldati addestrati potevano svolgere.

In apparenza poteva sembrare facile da lanciare, ma occorreva, in realtà, prestare particolare attenzione alle alette che, durante il lancio, dovevano rimanere chiuse mantenendo la granata non armata fino a quando l’arma non lasciava la mano del lanciatore.

La Panzerwurfmine pesava poco meno di 2 kg, compreso della testata, con un diametro del corpo della bomba di 114,3 mm con una lunghezza totale di circa 533 mm, corpo 228,6 mm e alette 279,4 mm.

Malgrado che la Panzerwurfmine avesse diverse limitazioni per via del suo particolare metodo di lancio, le compagnie di caccia carri ne avevano, al contrario, una buona opinione.

In effetti, la granata era pressoché imbattibile nel combattimento ravvicinato perché offriva, oltre alla leggerezza, una testata a base di TNT con RDX che, insieme all’efficacia della carica cava, assicuravano la perforazione anche della corazza più spessa.

La Panzerwurfmine e il pugno di Hitler, ovvero il Panzerfaust, erano le armi controcarro più diffuse e utilizzati dall’esercito tedesco.

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