Stando a quanto suggerisce la classifica stilata da Check Point Research, l’Italia è uno dei Paesi più colpiti nell’Unione Europea in tema di cybersecurity. In particolar modo, CPR ha sottolineato come gli attacchi informatici verso le aziende siano cresciuti del 40% a settimana rispetto al 2020, con una particolare inidenza degli attacchi con ramsomware.
I settori che hanno subito il maggior numero di attacchi informatici sono quelli legati all’istruzione e alla ricerca, con una media di 1.468 attacchi alla settimana, in aumento del 60% rispetto al 2020, davanti alla pubblica amministrazione e alla difesa con 1.802 attacchi alla settimana, in aumento del 40% rispetto al 2020, e quindi alla sanità, con 752 attacchi alla settimana, in incremento del 55%. Non è certamente una coincidenza che a subire maggiormente gli attacchi hacker siano state le organizzazioni che sono state coinvolte nei processi di digitalizzazione durante la pandemia.
Per quanto poi attiene la situazione italiana in maggior dettaglio, rileviamo come il nostro Paese abbia registrato un incremento della percentuale di cyber attacchi del 36% rispetto al 2020. Settimanalmente, dunque, le aziende italiane subiscono in media 903 attacchi informatici. E, come in tutti i Paesi oggetto di indagine, il ramsomware è ritenuto di gran lunga la forma di attacco più utilizzata, tanto che in Italia ben l’1,9% di organizzazioni è stata afflitta almeno una volta da ramsomware ogni settimana nel 2021.
Estendendo il raggio di analisi l’Africa risulta essere il Continente più afflitto dagli attacchi, con una media di 1.615 attacchi alla settimana per azienda, complice anche – evidentemente – la minore diffusione di un’infrastruttura informatica efficace per respingere le aggressioni. Dal canto loro, però, sono Europa e Nord America a dover gestire il balzo più significativo del numero di attacchi tra il 2020 e il 2021.