L’impegno dei militari per fronteggiare l’emergenza sisma è tutt’altro che venuto meno, anzi è aumentato. Nelle zone colpite dal terremoto sono stati schierati infatti altri uomini e il contingente delle Forze armate impiegato per l’emergenza è diventato di circa 1.900 unità.
In particolare, è stato potenziato il numero di assetti specialistici del Genio militare dell’Esercito messo a disposizione per le attività di ripristino dei servizi nei luoghi colpiti dal terremoto. Circa 300 militari sono impegnati nell’area di Muccia (Macerata) ed è stato incrementato anche il numero del personale destinato a Norcia e nei comuni più in difficoltà.
I militari, lavorando a stretto contatto con Protezione civile, Vigili del Fuoco e volontari, forniscono le migliori capacità di personale, mezzi e attrezzature speciali a favore della popolazione per garantire l’incolumità di persone e beni, il sostegno agli sfollati e rendere il più veloce possibile il ripristino dei servizi essenziali.
Le Forze armate – ha sottolineato il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Graziano – in casi di pubbliche calamità, sono uno degli strumenti a disposizione della Protezione Civile, prontamente impiegabili grazie alla capacità duale dei propri mezzi, all’elevata specializzazione del personale e all’esperienza maturata nei teatri operativi internazionali.
Decisivo il ruolo dell’Esercito nel ripristino delle attività fondamentali nei comuni colpiti. Alla scuola di Cittareale, al bypass in località Tre Occhi e al ponte Bailey di Amatrice, ora si è aggiunta tra le opere realizzate, anche la scuola di Gualdo Tadino inaugurata in tempi record dopo 4 settimane di lavoro, grazie anche al lavoro dei militari.