Ha realizzato una smart gun ovvero il primo prototipo funzionante di pistola con lettore di impronte digitali, su una Glock 22. Kai Kloepfer, 19 anni, fondatore della startup Biofire technologies, ha presentato l’invenzione, a suo dire ‘rivoluzionaria’, che aveva già pubblicizzato in un video in cui in cerca di finanziamenti in fase di progettazione, trionfalmente ne spiega il significato per la sicurezza del Paese e per ‘salvare vite’.
E’ stato ribattezzato il mago bambino, Kai Kloepfer, 19 anni, al timone di Biofire Technologies, start-up dedicata alla produzione della prima pistola intelligente completamente funzionante al mondo.
Nativo del Colorado, dopo il massacro al cinema teatro di Aurora, in Colorado, nel 2012, sparatoria compiuta da James Holmes, ex dottorando di neuroscienze ventiquattrenne, costata 12 morti e 58 feriti, Kai negli ultimi 4 anni si è dedicato col suo Biofire alla realizzazione di una smart gun nella casa dei suoi genitori a Boulder. La pistola con lettore di impronte digitali che ha presentato la settimana scorsa come prototipo funzionante, è la prima del suo genere. La stessa tecnologia finora è in uso agli smartphone, non alle armi da fuoco.
La finalità delle armi cosiddette intelligenti dovrebbe essere quella di migliorare la sicurezza, permettendone l’uso di solo al titolare mediante un dispositivo biometrico. La sicurezza, o meglio il problema delle armi facili è un tema a dir poco ‘esplosivo’ negli Usa. E questa nuova invenzione, ha creato subito polemiche e obiezioni.
Nel caso della pistola di Kloepfer, c’è un sensore di impronte digitali sul lato sinistro di una Glock 22. Il sensore è posizionato sull’impugnatura dove normalmente si appoggia il dito medio. Secondo quanto affermato da Biofire, la pistola rimane in modalità a basso consumo energetico finché non viene utilizzata, in modo da garantire una durata della batteria di circa un anno.
Attualmente, però occorre un secondo e mezzo affinché il lettore legga l’impronta digitale e disinserisca il meccanismo che blocca il grilletto: un tempo lunghissimo se si è in grave pericolo di vita. In merito Kloepfer ha comunicato che in futuro il tempo necessario per rimuovere la sicura potrebbe scendere a mezzo secondo.
La pistola è poi dotata di luci di vario colore: bianca sta per carica e pronta; rossa sta per non pronta al fuoco; blu indica che è accesa e verde che è in corso l’analisi delle impronte digitali. Il prototipo di Biofire, inoltre, è in grado di memorizzare fino a 10 impronte digitali, permettendo a familiari o persone di fiducia di poter sbloccare la pistola. Ma come stabilire chi è degno di fiducia e chi no?
Alitri limiti sono che i circuiti, le batterie e il lettore di impronte presenti nell’impugnatura della Glock 22 riducono la capacità da 15 a 9 colpi e non è possibile sbloccare il sistema quando si indossano guanti
Il sensore non è in grado di riconoscere un’impronta digitale bagnata, e la pistola non è progettata per funzionare se chi la usi abbia le mani sporche o indossi guanti. Tutte le tesi sollevano dunque preoccupazioni per la reale intelligenza della pistola per difesa.
Il nostro prototipo funziona con le mani sudate, ci ha tenuto a far sapere Kloepfer
Il ‘mago bambino’ si dice fiducioso, ma ritiene che l’industria delle armi da fuoco sia lenta ad accettare i cambiamenti. Ma la tecnologia biometrica non piace né convince gli armieri. Una voce, Larry Keane, vicepresidente della National shooting sports foundation:
Il tuo Iphone ha una tecnologia di riconoscimento delle impronte digitali. Non funziona sempre. Quando non funziona sei infastidito. Se l’arma da fuoco che utilizzi per difenderti non funziona non sei infastidito, sei morto. Questo è un vero problema.
Fonte ammoland.com e guns.com